Omelia (21-03-2014) |
Paolo Curtaz |
Quanto è drammaticamente vero: a volte ci comportiamo come i vignaioli della parabola di oggi. Abbiamo ricevuto il mondo (splendido) in cui viviamo, la vita, le cose che si stanno attorno e, invece di ringraziare il Signore che ce lo ha donato e rimboccarci le maniche, passiamo il tempo a cacciare Dio dalle nostre vite come se tutto ci fosse dovuto. È triste vedere quanto il Signore, sconsolato, chieda ai suoi stessi carnefici cosa fare, come agire, come comportarsi. E la risposta è tragica: bisogna punire, uccidere, vendicarsi. Non sanno che stanno parlando di loro stessi. No, non farà così, il Maestro. Morirà piuttosto di uccidere. Si lascerà travolgere. Stiamo attenti a noi stessi, vigiliamo per non abituarci alla salvezza, per non credere che tutto ci sia dovuto. Viviamo ogni giorno come un dono, come qualcosa che non ci è dovuto. Sappiamo ringraziare di tutto ciò che abbiamo invece di passare il tempo a lamentarci per ciò che non abbiamo. E in questa primavera che ci lascia intravedere all'orizzonte la Pasqua e la vita che trionfa, occupiamoci con garbo e serietà della vigna in cui abbiamo la fortuna di lavorare! |