Omelia (31-03-2014)
Paolo Curtaz


Abbiamo urgente bisogno che il Signore scenda nella nostra casa, che visiti le nostre povere vite. La morte spesso, troppo spesso, attanaglia la nostra quotidianità e il mondo in cui ci troviamo a vivere. Morte nei gesti, nelle parole, nei giudizi taglienti, negli eventi spesso negativi della nostra vita. Morte che fuggiamo e che, pure, ritroviamo dietro ogni angolo. Morte fisica, certo. Ma, soprattutto, morte interiore, distruzione e violenza. Gesù, libero, datore di vita, ci invita a non demordere, a non avere paura, a credere, a insistere. Per strada, cioè solo se seguiamo il percorso del discepolato, veniamo guariti, torniamo a vivere, ripercorriamo il sentiero che ci porta verso la comprensione della vita. Animo, cercatori di Dio!, il cammino della quaresima continua verso l'orizzonte pasquale. Le esperienze di fragilità e di morte hanno il tempo contato. Gesù stesso, colui che ridona la vista ai ciechi, ci restituisce la luce interiore per vedere e capire che nessun ostacolo ci può tenere lontano da lui. Il vincitore di ogni morte e il guaritore da ogni ferita.