Omelia (02-04-2014)
Paolo Curtaz


Gesù non è stato ucciso per una serie di curiose concomitanze o per uno sbaglio. L'evangelista Giovanni è molto preciso nella sua analisi: il maestro è stato ucciso perché, violando la norma del sabato e chiamando Dio proprio Padre, si fa uguale a Dio. Cosa inimmaginabile in un'epoca in cui era vietato e punibile con la morte anche la sola pronuncia del nome di Dio. E Gesù, come riportano gli evangelisti, più volte si rivolge a Dio con famigliarità, giungendo addirittura ad attribuirsi l'impronunciabile nome di Dio. Ma se è così, se la ragione ultima della condanna a morte di Gesù è esattamente la sua pretesa divina, come possono alcuni fra noi ancora distinguere ciò che egli ha fatto da questa pretesa? Gesù non è un brav'uomo incompreso ucciso dall'egoismo e dal potere che i suoi discepoli hanno forzatamente innalzato al rango divino! Gesù pretende di essere Dio e a causa di questa pretesa viene ucciso. Percorriamo il cammino della quaresima consapevoli che Gesù o è un folle da compatire o è veramente chi egli sostiene di essere. E, allora, certo che le cose cambiano...