Omelia (10-04-2014)
Paolo Curtaz


Chi ti credi di essere? Cosa dici di te stesso, Nazareno? Sei solo un falegname in delirio mistico, uno che si è fatto da sé. Proviene da una famiglia di persone modeste, figli dei figli degli esiliati in Babilonia, fieri di essere della discendenza di Davide, chiamati nazorei perché "del germoglio" (di Iesse). Non c'è nessuno della classe sacerdotale dei leviti, fra i tuoi. Non hai frequentato rabbì Hillel o rabbì Shammai, i più famosi maestri di Gerusalemme. Cosa dici di te stesso, Nazareno? Non conti nulla nel consesso dei potenti, là dove si decidono le sorti dei paesi. Non ti prendono mai sul serio quando qualcuno, nel tuo nome, ripete le tue parole. Belle parole, per carità, ma l'economia, il mondo degli affari, i delicati rapporti internazionali sono un'altra cosa... Cosa vuoi ancora insegnarci, Maestro, dopo duemila faticosissimi anni di Chiesa, di approssimativa testimonianza, di tradimenti? Come vuoi che ti possiamo credere se coloro che si appellano al tuo nome smentiscono clamorosamente ciò in cui credono? E ancora rispondi: prima di Abramo Io Sono. Il nome impronunciabile di Dio. Ecco chi sei.