Omelia (30-04-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla liturgia del giorno
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.

Come vivere questa Parola?
Nel discorso d'addio che Gesù pronuncia davanti ai suoi discepoli, prima della sua passione, morte e resurrezione, ecco che ci viene consegnato il dono supremo, dono che in sé racchiude ogni altro dono, segno e somma di tutte le benedizioni divine: la pace! E mai come in questi giorni tormentati da tanti episodi di violenza e conflittualità, questo dono va compreso, accolto, difeso, restituito. Vi lascio la pace. Non come la dà il mondo. Dunque la pace che ci offre Gesù è cosa assai diversa dai nostri ipocriti tentativi di quieto vivere, di dispensare sorrisi di facciata dietro ai quali si nascondono rancori irrisolti. La pace che ci offre Gesù è cosa assai diversa anche dalla pace dei carri armati, la pace imposta con la forza, guadagnata e conservata a furia di bombardamenti e umiliazioni, o ricercata con gli attentati terroristici. Ed è cosa assai diversa anche dai deboli compromessi diplomatici che devono tener conto degli equilibri del potere e dell'economia più che della giustizia, e dei bisogni dei più deboli. Dove attingere allora la pienezza della pace, al di là di tutte le sue possibili mistificazioni? Egli è la nostra pace! E' Gesù la fonte e l'essenza della pace: Lui che ha distrutto in se stesso l'inimicizia, facendo la pace per mezzo del suo sangue, riconciliando tutti con Dio. Una pace a caro prezzo, quella che ci ha guadagnato Gesù, e che proprio per questo sa coniugare in sé Verità e Amore.

Oggi rileggerò l'inno alla pace nella lettera di S.Paolo agli Efesini (2,14-18), contemplerò il modo di Gesù di dare la pace, e chiederò di divenire a mia volta operatore di pace.

La voce di un grande uomo di pace
Lo Spirito del Signore vuole che la carne sia mortificata e ricercata l'umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito.
S.Francesco d'Assisi