Omelia (02-05-2014)
Paolo Curtaz


È tanta la folla. È tanta la fame. Allora e oggi. Fame di attenzione, di senso, di pace del cuore, di felicità. Ma anche di cibo, di giustizia, di consolazione. La folla pende dalle labbra del Signore, si lascia sedurre dalla sue parole, siede, ascoltandolo, per ore e ore. E Gesù li sfama e li disseta, colma il loro cuore. Ma c'è da riempire anche il loro stomaco... Secondo la splendida versione giovannea, è Gesù che stimola la soluzione al problema, coinvolgendo Filippo. Filippo: il discepolo meticcio, legato ai greci, l'uomo della mediazione che ha come amico l'intransigente Natanaele. Ma anche Filippo non sa come fare, non ha soluzioni: occorrono troppi denari, non se lo possono permettere. Davanti a tanto disarmante buon senso interviene un adolescente ad offrire la propria merenda. Gesù sorride: la folle e ingenua generosità del ragazzo è l'unica soluzione. Come lo fu la disponibilità del giovane Davide e di Maria di Nazareth. La soluzione alla fame del mondo, di luce, di gioia, di cibo, è la generosità. Non si tratta di moltiplicare il cibo ma di condividerlo, come ha saputo fare quel ragazzo. E come possiamo fare anche noi.