Omelia (03-05-2014) |
Paolo Curtaz |
Oggi la Chiesa celebra la memoria di due apostoli, Filippo e Giacomo. È l'occasione, per noi, di attingere alle radici della nostra fede. Due apostoli che ci richiamano alla saldezza della nostra fede, alla verità delle nostre certezze. Dobbiamo imparare a riconoscerli come fratelli, persone realmente esistite, uomini che hanno faticato, lottato, creduto. Così possiamo imparare da loro, imitare il loro ardore, compatire i loro (e nostri) limiti ed errori. Filippo è di Betsaida, la città di Pietro. Discepolo del Battista, lo troviamo entusiasta discepolo di Gesù, lo abbiamo incontrato ieri nell'episodio della moltiplicazione dei pani. Uomo di mezzo, del confronto, del meticciato, pontiere per vocazione, pur essendo di ascendenze greche (così lascia supporre il nome), ha fra i suoi amici Natanaele il conservatore, ma a lui si rivolgono i pagani per incontrare Gesù. Ben diverso da Giacomo cugino di Gesù e vescovo di Gerusalemme, autore delle lettere apostoliche che portano il suo nome, conosciuto nella comunità per la sua continuità con la tradizione ebraica (eccessiva, secondo san Paolo). Persone molto diverse per carattere ed esperienza e che, pure, hanno saputo superare le differenze mettendo al centro il Signore Gesù. |