Omelia (06-05-2014) |
Paolo Curtaz |
Gesù chiede alla folla che ha sfamato di credere in lui. Non di compiere delle opere per avere il cuore ricolmo, ma di credere. Solo la fede ci nutre, solo la fede ci sfama. E la folla, leggete bene!, chiede un segno. Un altro! Ancora! Quanti esami deve passare Dio per essere degno della nostra fiducia? Quanti processi deve affrontare perché, infine, crediamo in lui? Passiamo la nostra vita nella dimenticanza, travolti dalle cose da fare, indifferenti alla profondità del nostro essere. Poi, quando qualcosa va storto, cominciamo a bussare a Dio, a chiedergli insistentemente segni della sua presenza. Noi che siamo attorniati dai segni della sua presenza, desideriamo ancora dei segni più eclatanti, a nostra misura. E cosa deve fare Dio? Perché deve stare dietro ai nostri capricci? Non facciamo come la folla del vangelo di oggi, sappiamo riconoscere il grande segno della presenza di Dio che è l'eucarestia. Lasciamo da parte i dubbi e chiediamo con forza al Signore di donarci il pane che sazia il nostro cuore, l'unico che davvero può riempire il nostro bisogno di infinito. |