Omelia (16-05-2014)
Paolo Curtaz


No Maestro, non è turbato il nostro cuore. Lo teniamo saldo in te, lo affidiamo totalmente alla tua compassione, te lo lasciamo in dono, in pegno, balordo e sanguinante quale è. No, Maestro, non sappiamo dove vai, non sappiamo dove sei, non sappiamo riconoscerti anche se il profumo della tua presenza ancora persiste nella nostra stanza interiore. No, Maestro, non ci scoraggiamo, proprio come fa Tommaso, il più credente fra i Dodici, colui che ti ha seguito nella Gerusalemme che ti voleva uccidere, che ha faticato a crederti vivo a causa dell'incoerenza dei testimoni che glielo annunciavano. Sì, Signore, noi crediamo che tu sei la strada che ci porta verso Dio, l'unico accesso all'unico vero Dio. Sì, noi crediamo che tu ci porti alla verità intera, di noi stessi e di Dio, del mondo e della Storia. Sì, Maestro, noi ti professiamo datore di vita, la vita stessa. Non è turbato il nostro cuore perché confida immensamente in te. Ma tu sostieni la nostra debolezza, rafforza la nostra fragile fiducia, incoraggia il nostro lento cambiamento e la nostra conversione sempre e solo abbozzata. Noi crediamo che ci hai tenuto un posto nel cuore di Dio.