Omelia (28-05-2014) |
Paolo Curtaz |
Gesù ci ha detto e dato tutto. E tutto è conservato dalla tradizione degli apostoli, che hanno accolto il deposito della fede. Noi cristiani crediamo che con la morte dell'ultimo degli apostoli si è chiusa la rivelazione: non c'è altro da sapere, non c'è altro da dire. Tutto è stato donato. Ma non tutto abbiamo capito. Il deposito della fede che la Chiesa custodisce con passione è in continuo movimento, in appassionata evoluzione. Le cose dette restano ma il nostro modo di comprenderle e di farle nostre evolve. Perciò verità definite e definitive non sono immobili ma colme di vivacità e di fioritura. Lo stesso vangelo letto migliaia di volte lungo la storia ci restituisce significati nuovi, ci consegna sfumature inattese. La verità si arricchisce, assume nuovi linguaggi, restando la stessa si presenta con parole nuove. Così anche la nostra vita interiore: quando immaginiamo di avere capito a sufficienza, quando pensiamo di sapere, quando crediamo di avere finito il percorso, ecco che lo Spirito smuove tutto, rimette in discussione, ci fa cogliere verità nascoste. La nostra vita interiore è un continuo cammino, grazie allo Spirito. |