Omelia (03-05-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Giovanni 14,13-14 Dalla liturgia del giorno Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome la farò. Come vivere questa Parola? Il Vangelo di oggi ci ripete l'affermazione forte già ascoltata altrove nei sinottici: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" (Mt 7,7 e Lc 11,9). Qui però risulta importante l'ulteriore specificazione: chiedere nel mio nome. Ora, dunque, non chiedere e basta: ma chiedere attraverso la persona, la realtà misteriosa e concreta di Gesù crocifisso e risorto. Veniamo resi coscienti, così, che tutte quelle gamme della preghiera che vanno dalla invocazione alla supplica, dal lamento all'intercessione, tutte cioè quelle sfumature di richiesta che sgorgano dal cuore umano per innalzarsi a Dio, devono passare attraverso la persona di Gesù e ad essa farsi consonanti. Nella misura in cui il chiedere dell'uomo di preghiera sarà calato e intriso del nome di Gesù, modellato sulla sua persona, non vi sarà domanda che resterà disattesa. Anzi, come ci promette Gesù stesso saremo resi capaci, per grazia di Dio, di compiere addirittura opere più grandi di quelle del Maestro (v.12) Oggi nella mia pausa contemplativa, rifletterò su come le opere di Gesù siano tutte in ordine alle esigenze del Vangelo e alla realizzazione del Regno di Dio. Chiederò che tutti i miei desideri siano anch'essi purificati e trasfigurati dalla passione per "le cose di lassù" (Col 3,1-2), cosicché possa anch'io, come gli apostoli Giacomo e Filippo, farmi testimone credibile del Vangelo di Gesù, in parole e opere efficaci. La voce di un grande papa Quando gli uomini santi spiccano il volo verso la contemplazione delle realtà dell'alto, essi rivelano ai fratelli i beni celesti che hanno potuto contemplare. E parlandone, con le loro parole feriscono e accendono il cuore di chi ascolta. S.Gregorio Magno |