Omelia (02-06-2014) |
Paolo Curtaz |
I discepoli sembrano sicuri di loro stessi. Ora hanno capito tutto, ora sanno. Gesù ha appena lasciato il cenacolo e si sta avviando alla propria morte. Parla, lungamente, calorosamente. Una specie di testamento in cui riassume il proprio messaggio. Una cappa di inquietudine cala su tutti anche se gli apostoli sembrano ancora lontani anni luce dal capire ciò che sta succedendo. Gesù è come svuotato. La sua fede è forte, è determinato ad andare fino in fondo. Ma la sua umanità combatte contro la paura di ciò che lo attende. Quanto stride la stentorea affermazione dei suoi amici. Ora abbiamo capito, finalmente parli chiaro! No, non hanno affatto capito fino a che punto il Signore li condurrà. Credono, certo, ma la loro fede deve ancora attraversare la notte oscura e sanguinante. Credono, ma la fede sarà duramente provata dalla croce. Non presumiamo mai della nostra fede, non illudiamoci di avere capito, se siamo discepoli sul serio, fino in fondo. Cerchiamo, scrutiamo, camminiamo nella strada del vangelo, certo, consapevoli che le prove della vita possono rimettere tutto in discussione. Ma fiduciosi di avere Cristo risorto per sempre con noi. |