Omelia (06-06-2014) |
Paolo Curtaz |
Mi ami? Per tre volte Pietro aveva negato di conoscere Gesù. Lo aveva fatto davanti a una serva, intimorito dalla situazione. Tutte le sue certezze e la consapevolezza del nuovo, importante ruolo affidatogli dal Maestro si erano sciolte come neve al sole. Il forte che avrebbe dovuto rassicurare i fratelli si era rivelato il debole. Il più debole. Perciò la resurrezione, il lieto fine della vicenda, non lo aveva coinvolto più di tanto, come se Pietro fosse schiacciato dal suo tradimento, dal suo fallimento. Come se la resurrezione non lo riguardasse e non riuscisse a scalfire la sua delusione. Perciò Pietro è stato l'ultimo a convertirsi alla gioia. Perciò la liturgia ce lo indica come modello, alla fine del percorso pasquale. Mi ami? Gli chiede il Signore. Cosa rispondere? Ora è consapevole del proprio limite, Pietro. Preferisce rispondere con un meno impegnativo "ti voglio bene". Gesù insiste e la risposta è la stessa. Alla fine è Gesù ad abbassare il tiro, gli chiede se gli vuole bene e Pietro si intristisce. Ma di questo ha bisogno il Signore: non di un super-credente integerrimo e spocchioso. Ma di un fratello consapevole del proprio limite che sappia capire le debolezze degli altri... |