Omelia (16-06-2014)
Paolo Curtaz


Gesù, non senza una buona dose di coraggio, ha deciso di contestare una buona parte delle tradizioni religiose del suo tempo attribuite a Mosè. Precetti che nessuno mai si sarebbe sognato di mettere in discussione. Lo fa, come dicevamo la scorsa settimana, riportando la norma alla sua origine, al suo senso profondo. E, oggi, Gesù affronta e sviluppa un tema difficile: quello della giustizia. Gli antichi erano riusciti a stabilire un principio di equità, di proporzione della pena: ad un'offesa ricevuta occorreva rispondere con un'azione simile. All'occhio corrispondeva l'occhio, al dente, il dente. Non potevo uccidere chi mi aveva rotto un dente! Gesù supera questa visione, la forza, la amplifica: addirittura propone di porgere la guancia a chi ti schiaffeggia. Un paradosso che rivela l'atteggiamento di fondo del discepolo che sceglie di non vendicarsi, che prova l'ardua strada del dialogo e del convincimento. Attenzione, però: Gesù non chiede ai suoi di essere degli zerbini ed egli stesso, schiaffeggiato durante il processo, chiederà ragione del gesto senza porgere l'altra guancia. Ma indica un percorso: osare la pace fino alla più remota possibilità.