Omelia (20-06-2014)
Paolo Curtaz


Dov'è il nostro tesoro? Qual è la cosa a cui teniamo maggiormente? Verso cosa orientiamo le nostre energie? Lì è il nostro cuore, dice Gesù. E se, malauguratamente, il nostro tesoro è un conto in banca o il profitto, se il nostro rapporto col denaro è poco equilibrato, non funzionale, allora il nostro cuore è legato al portafoglio. La ricchezza è un dono di Dio. Ma ci è data perché sia condivisa. E, soprattutto, la ricchezza inganna perché promette cose che non riesce a mantenere. Fatichiamo ad ammettere i nostri limiti, a guardare alla nostra vita con lo sguardo di Dio, a giudicare e discernere quello che facciamo alla luce della Parola. Esiste un'ombra in ciascuno di noi ma se la guardiamo con gli occhiali scuri, certamente non riusciamo a riconoscerla. Il nostro mondo ci insegna ad essere feroci nel giudicare gli altri. Ed eccessivamente indulgenti nel giudicare noi stessi. La frequentazione della Parola, una preghiera vissuta nel quotidiano, la possibilità, ove possibile, di confrontarci con qualche fratello più anziano nella vita interiore, ci aiutano ad avere la luce sufficiente per avere uno sguardo limpido e onesto su noi stessi.