Omelia (25-06-2014)
Paolo Curtaz


Giovanni, di cui ieri abbiamo celebrato la nascita, è riconosciuto come il più grande fra i profeti. Certo: il suo stile è ancora tutto legato ai profeti del primo testamento che minacciavano punizione e giudizio implacabile e ha dovuto faticare non poco per riconoscere nel Nazareno il vero volto del Messia così diverso da come egli stesso si era immaginato. E la Parola di oggi ci incoraggia a riconoscere i tanti profeti che ancora camminano in mezzo a noi. Non indossano pelli di cammello e nemmeno mangiano locuste, spesso non sanno nemmeno di essere strumento di Dio e, cosa più paradossale, non si considerano affatto dei profeti! Come discernere i veri profeti? In questi nostri tempi assetati, chiunque prometta un po' di pace, una guarigione, interiore od esteriore, chiunque millanti una conoscenza particolare della fede attira attorno a sé persone sofferenti che danno loro fiducia e credito. Ma, quasi sempre, sono dei millantatori, persone poco equilibrate o interiormente poco affidabili. Come riconoscerli? È Gesù stesso a stabilire un criterio: osservando i frutti. Se la loro è una vita in sintonia col vangelo, allora possiamo fidarci.