Omelia (04-07-2014) |
Paolo Curtaz |
Matteo parla di Matteo. Racconta il momento in cui ha lasciato tutto per incontrare Tutto. In quel paese diventato importante dopo la divisione del regno di Erode fra i suoi figli, luogo di frontiera e di controllo, poteva esercitare con profitto il suo ruolo di esattore. La sua vita era orientata, determinata: odiato dai correligionari per essere un collaborazionista, Matteo tirava diritto per la sua strada. Finché non incontrò la tenerezza e la misericordia nello sguardo di un Nazoreo, carpentiere, ospite di Pietro di Betsaida. Allora tutto era cambiato, tutto era esploso dentro di lui. Ed emoziona il fatto che Matteo ne parli dopo decenni: non è stata l'illusione del momento ma la scoperta di una vita. Il Signore usa le nostre esperienze per rendersi presente, le nostre vicende per colpire chi non crede. Anche noi siamo stati chiamati dal Signore per fare esperienza di guarigione interiore e questa guarigione possiamo testimoniare, possiamo raccontare a chi incontriamo ogni giorno. La storia di Matteo ci commuove e ci incoraggia. La nostra storia può manifestare ad altri l'immensa tenerezza di Dio per l'umanità. |