Omelia (09-07-2014) |
Paolo Curtaz |
Ci stupisce l'elenco dei Dodici, un elenco simbolico, (gli evangelisti non sono concordi nell'elencare le persone), che richiama le dodici tribù d'Israele, e che richiama la pienezza del tempo (dodici sono i mesi dell'anno). Un elenco non esclusivo, quindi, che non vuole ritagliare la setta dei migliori e attribuire le porpore cardinalizie ma che vuole ridefinire un nuovo modo di essere umanità, delineare un percorso di comunità, la Chiesa, che possa diventare riferimento per tutti. E lo fa mettendo insieme quei nomi, quelle persone. Dopo una intensa notte di preghiera, specifica Luca, Gesù sceglie quelle persone per stare insieme a lui, per annunciare il Regno, per guarire malati e indemoniati. La Chiesa non si sostituisce a Cristo, lo annuncia, lo racconta, lo rende visibile nella propria quotidianità. Quei Dodici ci spiegano bene la logica di Dio: Gesù non sceglie i migliori, nessuno al mondo sarebbe riuscito a mettere insieme persone così diverse!, ma coloro che sono aperti e disponibili al cambiamento. La Chiesa non è il gruppo dei migliori ma di coloro che, nonostante i propri evidenti limiti, lasciano spazio a Dio. |