Omelia (17-07-2014) |
Paolo Curtaz |
Certo, Signore, veniamo a te. Perché ci sentiamo oppressi e stanchi, perché il peso della vita, in alcuni momenti, è davvero insostenibile. Veniamo a te perché sappiamo che solo in te troviamo conforto e incoraggiamento. Non vogliamo che tu risolva i problemi ma che ci renda capaci di vederli nella giusta prospettiva, senza lasciarci scoraggiare, senza piangerci addosso, senza fuggire. Veniamo a te, Signore, non perché non sappiamo dove andare ma perché tu solo, ora e sempre, ci dai la possibilità di vedere le cose in maniera radicalmente diversa. Veniamo a te perché il mondo ci seduce ma non ci vuole, ci spreme come dei limoni, ci chiede fiducia cieca nelle sue leggi, nel suo mercato, nelle sue logiche ma dimostra mille volte di non volere davvero il nostro bene. Veniamo a te perché sei l'unico che ti sei caricato, come noi, del peso della vita. Senza scorciatoie, senza preferenze, senza inganni. Un Dio che diventa uomo sul serio, che impara a ridere e a piangere, che ha amato come nessuno mai ha amato, fino a morirne. Veniamo a te, Signore, in questa estate fiacca e scoraggiata, segnati dalla delusione e dallo sconforto. Veniamo a te, Maestro. |