Omelia (01-08-2014)
Paolo Curtaz


Gesù non soddisfa il desiderio di cose meravigliose che associamo alla religione. A volte non lo ammettiamo, ma associamo tutto ciò che sfugge alla nostra sensibilità, fede e cristianesimo inclusi, alla categoria del "soprannaturale" che spazia dai fantasmi alla Trinità... Dio, quindi, deve necessariamente avere a che fare con le manifestazioni del prodigioso, con i miracoli, le apparizioni, i soli che girano... Immaginatevi che reazione poteva avere la folla davanti al povero Gesù, proprio a casa sua! Molti degli abitanti di Nazareth avevano in casa un tavolo fatto da suo padre e molti erano cresciuti giocando con lui. Gesù, insomma, non ha proprio nulla per stupire e non fa nulla per superare questo suo evidentissimo limite: invece di enfatizzare i prodigi che compie chiede che non vengano divulgati! Gesù si dissocia dal nostro modo istintivo di concepire il religioso molto (troppo) legato al "meraviglioso". E così allontana i creduloni dalla sua predicazione. Dopo duemila anni di cristianesimo, ahimè, ancora troppi, fra noi, lamentano il fatto che Gesù sia poco appariscente. Non fa sorridere?