Omelia (21-08-2014) |
Paolo Curtaz |
Cosa abbiamo di meglio da fare che essere felici? E scoprirci amati e al centro di un grandioso progetto di salvezza di cui possiamo essere protagonisti? Cosa abbiamo di meglio da fare del cercare nel nostro intimo la presenza di Dio? E, una volta trovatala, lasciarla dilagare in noi? Nulla, in teoria. Eppure, spesso, ci comportiamo come gli invitati alla festa di nozze della parabola: accampiamo mille scuse e rifiutiamo l'invito. O, peggio, facciamo sparire dalla nostra vita anche chi ci ricorda l'invito. Mistero della natura umana che tanto fatica ad accogliere la felicità! Mistero della nostra povertà che rifiuta il bene! E le scuse sono sempre le stesse: abbiamo troppe cose da fare, non abbiamo tempo, non siamo capaci... Per millenni l'uomo ha scrutato le stelle per scoprire la volontà degli dei. Ora che Dio ci siede accanto, ci alziamo da tavola e ce ne andiamo... Fermiamoci un attimo, amici, facciamo il punto della situazione, alziamoci almeno una spanna da terra e proviamo a guardare alle cose in altro modo. Certo: la quotidianità ci impegna tanto, ci soffoca, ma cosa abbiamo di meglio da fare per essere felici? |