Omelia (25-08-2014)
Paolo Curtaz


Le parole di Gesù sono taglienti, sferzanti, ora. È finito il tempo delle galanterie, finito il tempo del dialogo: sa che si complotta contro di lui. Troppa invidia nei suoi confronti, troppo destabilizzanti le sue parole. I detentori del potere religioso, ieri come oggi, vivono con immensa insofferenza la sua libertà interiore. E invece di interrogarsi, di convertirsi, di cambiare, tagliano corto e uccidono chi li accusa. Allora parla, duramente, ferocemente, con una franchezza insostenibile e denuncia le piccole grandi manie degli uomini di fede, la loro ansia di fare proseliti, il loro ingiustificato senso di superiorità, la loro saccenteria e l'insostenibile moralismo. E le contraddizioni di un sistema che si regge sulle minuzie, che si perde nella casistica dimenticando completamente l'orizzonte di riferimento. Manie che ancora viviamo, troppo spesso, fra noi cristiani che, pure, dovremmo esserne ben vaccinati! Eppure quante volte si evangelizza e si fanno proseliti... nella Chiesa stessa, "strappando" dei seguaci a tal movimento per proporne uno migliore. O imponendo pesi che Dio non chiede. O perdendoci anche noi nelle minuzie che uccidono la speranza...