Omelia (01-09-2014) |
Paolo Curtaz |
Gesù, dopo avere proclamato la Parola nella piccola sinagoga del suo paese, si appresta a dire alcune parole di commento, come era abitudine fare. Ma, certo, nessuno si sarebbe sognato di inventarsi alcunché: era prudente ripetere alcune delle frasi usate dal rabbino per commentare la Torah: lui aveva studiato. Gesù, invece, sbalordisce tutti, affermando che la profezia di Isaia si è realizzata, attualizzandola, dicendo a tutti di essere pieno di Spirito, di sentirsi chiamato ad annunciare la buona notizia. Apriti cielo! Ma chi si crede di essere? Come si permette di interpretare la Scrittura? La tensione sale (ci sono sempre i pretoriani della fede che minacciano morte) ma Gesù riesce a cavarsela. Luca ci racconta in che modo Gesù medita la Parola: facendola vibrare con la propria vita, mettendola in sintonia con le proprie scelte, applicandola ai propri sentimenti e alle proprie emozioni. Leggendo Isaia lascia uscire il piccolo Isaia che c'è in ognuno di noi e vede intorno a sé la profezia che realizza, spalanca il proprio cuore alla sua realizzazione. Imparassimo anche noi a lasciar vibrare così la Parola in noi! |