Omelia (16-09-2014)
Paolo Curtaz


Nain, la fiorita. Un piccolo villaggio immerso nelle colline poco distante da Nazareth. Ma la fiorita è appassita: un grave lutto ha colpito la piccola comunità. Gesù assiste alla scena di un funerale: un figlio unico di madre vedova viene condotto fuori dal villaggio per essere sepolto. Figlio unico di madre vedova: sembra l'inizio del più terribile dei racconti drammatici. E così è. Gesù prova compassione, non è indifferente a quanto accade, non fa finta, non assume un volto di circostanza come spesso facciamo noi. Il verbo usato per indicare lo stato d'animo di Gesù indica uno strazio interiore, un laceramento, un movimento viscerale. Non è indifferente al dolore il nostro Dio, non si bea nella sua perfezione, non ha paura delle proprie emozioni. E interviene: il bambino viene restituito alla madre. Quanti interrogativi suscita questa pagina! Dio ama la vita, si commuove agisce, questo dice questo episodio. Ma, d'altra parte, quanti altri figli unici di madre vedova sono rimasti nel sepolcro? Fra poco un altro figlio unico di madre vedova, Gesù, morirà per sconfiggere definitivamente la morte.