Omelia (27-09-2014) |
Paolo Curtaz |
Gesù sa. E non perché possieda una scienza infusa: nella sua incarnazione il Verbo ha conservato tutte le prerogative dell'umanità di Gesù. Sa perché vede, sa perché è così abituato ad abitare la propria interiorità da leggere il cuore delle persone che gli stanno davanti. E sa che il cuore dell'uomo è ondivago e rischia di essere continuamente travolto. Ora la folla lo applaude e si infiamma per le sue azioni. Tutti pendono dalle sue labbra e percorrono decine di chilometri per ascoltarlo e per assistere alle sue guarigioni. Ma quanto durerà? Fino a quando si lasceranno affascinare? Quando inizieranno a convertirsi al Regno? Intanto, però, il fenomeno Gesù ha iniziato a far clamore e la sua fama è giunta fino a Gerusalemme. Lì qualcuno manda degli scribi a controllare, a capire di cosa si tratta, e non è una prospettiva rosea... Gesù sa che tutto potrebbe precipitare, che la folla che oggi applaude domani potrebbe andarsene. Allora riflette e condivide le sue sensazioni. E la sua decisione: andrà fino in fondo, costi quel che costi. È determinato, il Maestro. All'orizzonte si intravede la croce... |