Omelia (04-10-2014)
Paolo Curtaz


Oggi l'Italia è in festa celebrando in Francesco d'Assisi uno dei suoi figli migliori. Tutto di Cristo, ha saputo incendiare d'amore la Chiesa del suo tempo. E noi.
Così agisce Dio: quando vede che il suo vangelo arranca e si impantana nelle pastoie clericali, quando vede che la Chiesa, specialmente chi, nella Chiesa, dovrebbe condurre il gregge, si allontana dal messaggio e dalla propria missione... invia i santi. E questo è il modo di agire di Dio, sempre pronto a inviare uomini e donne che, senza fare rivoluzioni, senza colpi di stato, senza rabbie represse, convertono la Chiesa a partire da se stessi. Francesco vive in un medioevo in cui la Chiesa combatte per non essere travolta dal nascente potere civile e lo fa, spesso, imitandone le peggiori attitudini. Papi-principi, vescovi-padroni offuscano e contraddicono il mandato evangelico. In una societas strutturata intorno alla presenza fisica e tangibile del cristianesimo con i suoi presidi sul territorio, spesso si è finiti col dimenticare l'essenziale. E Francesco, figlio del suo tempo, dell'Italia rissosa dei comuni, semplicemente scopre Dio. Non quello della messa domenicale e delle processioni, ma il Dio che accende e stravolge. Ancora oggi Francesco, il somigliantissimo a Cristo) come lo chiamano gli ortodossi, ci affascina e ci incoraggi a credere. Sul serio.