Omelia (13-10-2014) |
Paolo Curtaz |
Lo confesso pubblicamente: quando leggo pagine come questa mi tremano letteralmente i polsi. Non è di difficile comprensione o di interpretazione ambigua quanto detto dal Signore! Davanti alla richiesta di ulteriori segni da parte dei suoi uditori Gesù, piuttosto irritato, indica la predicazione di Giona che, pur essendo un profeta piuttosto riottoso, alla fine riuscì a convincere gli abitanti di Ninive alla conversione e la regina di Saba che fece un lungo viaggio per conoscere da vicino la leggendaria sapienza del re Salomone. Come a dire: basta segni, ascoltate i profeti, ascoltate le persone sagge! Ma, allora, perché molti fra i cattolici, oggi, corrono dietro alle apparizioni? E chiedono continuamente dei segni? E sembrano stanchi e annoiati davanti all'annuncio millenario della Chiesa? Perché oggi commettiamo gli stessi errori e, quel che è peggio, li diffondiamo come se fossero i segni a convincere le persone? No, scusate, resto dell'avviso che abbia ragione Gesù: meglio la fatica dell'ascolto della Parola, l'intelligente obbedienza alla tradizione viva della Chiesa a che i fuochi artificiali... |