Omelia (14-10-2014) |
Paolo Curtaz |
Quanto è esigente il Signore! Quanto ci mette in crisi! Ci chiede con fermezza di essere autentici, di non ridurre l'appartenenza a Dio a pura esteriorità, a non appiattire la fede come spesso facciamo. Il nostro mondo si regge sull'apparenza (e sempre di più nonostante una conclamata ma apparente libertà di espressione!), tutti preoccupati di cosa gli altri pensano di noi, nemmeno sappiamo più chi siamo in profondità. Gesù redarguisce il fariseo che lo ha invitato a pranzo e che gli fa notare il fatto che il Maestro si è "scordato" di fare le abluzioni. Niente del genere, ovviamente: Gesù sceglie di non assecondare le manie religiose che uccidono l'autenticità, riducendo la fede a pratica religiosa venduta come santa e necessaria... Ciò che deve essere purificato, ricorda all'incauto fariseo e a noi, è il "dentro" non certo il "fuori". E lo invita, e ci invita, a dare in elemosina ciò che abbiamo "dentro" per essere puri. Solo uscendo dalla logica della bramosia, dell'utilizzo degli altri, solo nell'esperienza della generosità (che ci rende fragili, a volte, ma è un male necessario!) possiamo imparare a diventare puri come il Cristo che si è totalmente donato a noi. |