Omelia (15-10-2014)
Paolo Curtaz


I farisei erano nati come un movimento di devoti, di pretoriani della fede, di credenti autentici che, attraverso l'osservanza scrupolosa delle prescrizioni della Legge, pensavano di poter convincere Dio a salvare Israele. Col passare degli anni il movimento aveva acquisito grande notorietà presso il popolo che li ammirava per la loro coerenza e la loro ascesi. I farisei erano divenuti così popolari che la classe sacerdotale, che li odiava cordialmente, era stata obbligata ad inserire le loro prescrizioni nella liturgia del ricostruendo tempio di Gerusalemme. Il movimento spirituale li spingeva a compiere delle azioni in nome e per conto dei credenti che non seguivano la Torah: se i contadini, spesso, ignoravano la prescrizione di destinare al tempio un decimo del raccolto, i farisei pagavano la decima addirittura sulle spezie! Se pochi rispettavano il digiuno annuale previsto dalla Torah, i farisei digiunavano due volte a settimana! Ma questa notorietà aveva finito col renderli vanitosi, santamente vanitosi. Gesù critica duramente questa vanità, anche se santa. Forse questa pagina ci deve far interrogare sui nostri atteggiamenti devoti...