Omelia (16-10-2014)
Paolo Curtaz


Gesù è libero. Libero perché tutto di Dio, libero perché orientato alla Parola, perché obbediente al Padre. E non ha paura di parlare, di contestare l'ipocrisia e la vanagloria dei farisei, devoti e santi, certo, ma ben consapevoli d'esserlo. E, quel che è peggio, mette a nudo i limiti di due categorie di persone influenti e temutissime dal popolo: gli scribi e i dottori della Legge. Gli scribi, in origine, erano semplicemente delle persone che sapevano scrivere e che venivano utilizzati a corte per i documenti ufficiali. Ma, col passare dei secoli, il loro ruolo aveva acquistato un'enorme importanza, facendoli diventare, di fatto, custodi ed interpreti della Torah. Così come i dottori della Legge che scrutavano ad approfondivano le infinite minuzie dell'interpretazione, cogliendone mille aspetti che sfuggivano al popolo. E proprio a questo proposito Gesù si scaglia contro di loro: perché usano la loro conoscenza non per avvicinare la gente a Dio ma per manifestare il loro potere. Guai a noi cristiani se compiamo lo stesso errore! Guai quando chi ha la possibilità di approfondire la conoscenza di Dio non compie mille sforzi per renderla accessibile!