Omelia (18-10-2014)
Paolo Curtaz


Con gioia oggi la Chiesa ricorda san Luca evangelista, discepolo di Paolo di Tarso, nativo di Antiochia e riconosciuto come autore del terzo vangelo. Un grandissimo.
La Chiesa, nella sua saggezza, ci propone di festeggiare la memoria dei santi, di sentirli vivi accanto a noi, di pregare insieme a loro e di imitare la loro vita e la loro ricerca spirituale. Luca lo conosciamo bene anche se corriamo sempre il rischio di mettere i santi dentro le nicchie... e di lasciarceli! Scordandoci il fatto che sono state persone reali, che hanno vissuto le loro emozioni, i loro sentimenti, i loro fallimenti, la ricerca interiore con passione e forza. Luca aveva un carattere, una storia, una famiglia, dei sogni e, ad un certo punto, ad Antiochia, nella terza città più popolosa dell'antichità, ha incontrato Saulo di Tarso che parlava di un ebreo vissuto a Gerusalemme che predicava il vero volto di Dio. Non sappiamo come sia andata ma dalle pagine del vangelo emerge chiaramente lo stato d'animo e il temperamento del grande Luca. Abituato ad un cielo abitato da rissose divinità pagane, Luca deve essere rimasto profondamente colpito e ammirato dal volto misericordioso e compassionevole del Dio predicato da Gesù. E questa misericordia emerge in tutta la vita di Luca e nel suo splendido vangelo...