Omelia (20-10-2014) |
Paolo Curtaz |
Pagina straordinaria, quella del vangelo di oggi. Pagina in cui Gesù ribadisce uno dei capisaldi della nostra fede: Dio si fida delle nostre capacità e non va tirato in ballo a sproposito. Al fratello che chiede a Gesù di intervenire nella disputa ereditaria Gesù risponde di non averne titolo. Come a ribadire che possono benissimo cavarsela da soli, che non c'è bisogno di Dio per decidere se e come intervenire in una causa del genere! Quante volte citiamo Dio a sproposito, lo infiliamo nelle nostre beghe politiche, economiche, lo invochiamo quasi sempre perché confermi le nostre posizioni, nelle nostre scelte! Il mondo vive una sua autonomia, le leggi che lo regolano non hanno bisogno di continui e improbabili aggiustamenti divini... Detto questo, Gesù aggiunge una opportuna raccomandazione: a non nascondere la nostra cupidigia dietro improbabili questioni di principio, La ricchezza è un grande inganno perché promette ciò che non riesce a mantenere. A volte siamo attratti dalla facile ricchezza, illudendoci che possa risolvere molti problemi. Spesso, invece, i problemi li crea, piuttosto che risolverli! Concentriamoci sull'essenziale, che è meglio... |