Omelia (25-10-2014) |
Paolo Curtaz |
Perché la sofferenza? È una domanda che da sempre l'uomo si pone e anche il credente non sfugge fa questo pesante interrogativo. Nella Bibbia sono stati diversi i tentativi di una spiegazione logica al dolore che sembra contraddire la visione di un Dio amico degli uomini. Ma, anche al tempo di Gesù, e oggi!, alla fine la risposta istintiva è quella della punizione divina. Il male, la sofferenza arrivano come conseguenza di una mancanza. Già Giobbe aveva contestato questa semplificazione ma aveva sortito poco effetto sul pensiero popolare. Gesù riprende la visione di Giobbe e la amplia: il responsabile della morte di quei tali periti sotto il crollo della torre di Siloe non è Dio ma l'imperizia del costruttore! Spesso la causa della sofferenza è da ricercare in uno scorretto approccio alla vita, in una approssimativa azione sulle cose. Ma, aggiunge Gesù, eventi nefasti possono spingerci alla riflessione, scuotere nel profondo, interrogarci sulla vita. Così l'evento catastrofico cui siamo scampati ci spinge ad una vita più essenziale e vera. Il nostro Dio non manda la sofferenza ma concima il terreno su cui sorgiamo perché portiamo frutto. |