Omelia (11-11-2014) |
Paolo Curtaz |
Devo essere sincero: il metodo farisaico era decisamente più accessibile e soddisfacente. Intendo dire che la logica soggiacente alla loro fede cristallina e trasparente non era poi così male! L'idea era semplice: Dio mi propone un'alleanza che si traduce nella scrupolosa osservanza di un sacco di precetti. Io mi ci sforzo e li osservo, quindi sono ineccepibile agli occhi di Dio e nessuno mi può dire nulla. E devo dire che questa visione, nonostante tutti gli sforzi e il cristianesimo, va ancora piuttosto di moda in certi circoli cattolici... Brava gente che tutto sommato, pensa di essere del tutto in regola con Dio, soprattutto rispetto al resto del mondo peccatore, idolatra e blasfemo. Gesù, non la pensa proprio così e raccomanda di entrare in una logica completamente diversa: se una persona si innamora, se lascia che Dio allaghi il suo cuore, se viene rapito interiormente dalla fede la sua vita cambia. Nessuna madre si aspetta un ringraziamento da parte del neonato perché viene allattato! Nessun innamorato si aspetta il gesto gratuito del consorte che esprime così il suo affetto! Così per Gesù: fare le cose che ci derivano dalla fede sono semplicemente il modo di esprimere il dono dell'incontro. |