Omelia (09-12-2014) |
Paolo Curtaz |
Eppure è chiaro. Detto e riportato senza possibilità di non essere capito. E ribadito e messo per scritto dagli evangelisti in modo che nessuno, poi, potesse dubitare della forza delle parole del Signore. Dio vuole una cosa sola da noi: che siamo salvi. Là dove "salvezza" significa pienezza, gioia, abbondanza di vita, felicità... Come un genitore che per il proprio figlio desidera ogni bene, ogni luce, ogni soddisfazione sapendo, però, che la vita ne riserva poche e che bisogna affrontare errori e difficoltà. Dio desidera il nostro bene molto più di quanto noi stessi desideriamo il nostro bene che, quasi sempre, ci sfugge... Perché Dio ci ama, ci viene a cercare, ci carica sulle sue spalle là dove noi, esasperati dalla ricerca, avremmo probabilmente bastonato la pecora ribelle. Lui no, ne ha attenzione, se ne fa carico, se ne prende cura. E questo Dio celebriamo, ci prepariamo ad accogliere nell'imminente Natale. Ma allora, scusate, perché molti sé dicenti cristiani continuano a parlare di un Dio giudice pronto a coglierci in fallo o un Dio bamboccio cui va sempre tutto bene come un innocuo Babbo Natale? |