Omelia (10-12-2014)
Paolo Curtaz


Siamo onesti: se Dio non si fosse incarnato, se non avesse assunto uno sguardo d'uomo, se non avesse parlato chiaramente, non ci saremmo mai arrivati, non saremmo mai riusciti ad arrivare a quella vetta, a dire quelle cose. Non solo Dio non è un freddo contabile che dall'alto dei cieli, annoiato, volge lo sguardo agli uomini balordi che si trascinano nel fango. E già solo la notizia di un volto umano di Dio ci avrebbe soddisfatti! Ma Dio è colui che prova compassione di noi, che si piega sull'umanità ferita, che ci riempie di consolazione. Gesù ci rivela il volto di un Dio mite, umile di cuore (!), che si accorge della nostra illimitata stanchezza interiore... Sì, andiamo a lui con fiducia perché egli si occupa di noi, perché davvero gli stiamo a cuore. Allora, anche se la nostra vita deve cambiare, anche se abbiamo delle ombre da riconoscere e superare, anche se non siamo come potremmo e vorremmo essere, tutto acquista una luce nuova e possiamo credere di diventare santi, di diventare come Dio, proprio perché Dio è diventato come noi.