Omelia (24-12-2014)
Paolo Curtaz


Zaccaria ha obbedito, suo figlio si chiamerà Giovanni come predetto dall'angelo e come tenacemente voluto da sua moglie Elisabetta. Giovanni, sia. Anche se nessuno fra i suoi famigliari si chiama così, anche se sua moglie non ha diritto nella scelta del nome né è opportuno che parli in pubblico. Dove andremo a finire! Ma si chiamerà così, anche i suoi si rassegnano alla novità rappresentata dal figlio della vecchiaia. E la lingua di Zaccaria si scioglie, finalmente. Quando ci apriamo alla volontà di Dio riacquistiamo la Parola, diventiamo capaci di leggere nella nostra vita i tanti prodigi di Dio, spalanchiamo il nostro cuore ad accogliere una logica alta e altra. E le parole (nuove) di Zaccaria, come quelle di Maria, sono farcite di complimenti a Dio, di lodi, di gioia incontenibile. Zaccaria dice del bene di Dio, lo benedice perché ha ascoltato la sua preghiera di genitore sterile e rassegnato, perché, soprattutto, gli ha dato un bambino speciale, come ogni bambino ma un po' di più. Dedichiamoci qualche minuto, prima di stasera, per benedire il Signore del suo intervento nella nostra vita!