Omelia (04-06-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: «C'è più gioia nel dare che nel ricevere».

Come vivere questa parola?
Ecco un detto di Gesù che non è stato registrato nel Vangelo: una perla preziosa ripescata dall'apostolo Paolo e incastonata nel suo testamento pastorale affidato ai presbiteri di Efeso. Ciò che fa la differenza è che il 'dare' cristiano ha uno straordinario modello di riferimento: Cristo, che dato la sua vita per noi. Non si tratta semplicemente di soccorrere i deboli manifestando una gratificante solidarietà di sapore 'laico', ma di farsi carico della fragilità dell'altro come ha fatto Gesù di Nazareth che «in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce» (Eb 12,2) perché noi avessimo la vita in abbondanza: non cose, non semplici affetti, ma la vita trinitaria in noi, cioè piena partecipazione alla comunione col Padre col Figlio e con lo Spirito Santo. «Abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia», dice infatti Gesù nella preghiera sacerdotale.
Questa gioia sperimentiamo ogni qualvolta dalla croce della nostra debolezza, e come Gesù per scelta poveri di poteri umani e di alleanze con i potenti, diamo la vita per gli altri, cioè tutto di noi «amando coi fatti e nella verità» (1Gv 3,18).

Oggi nel mio rientro al cuore lascio scorrere i fotogrammi del mio quotidiano per verificare se c'è in me la gioia del Vangelo in atto, che si esprime in vero amore-carità operoso ed efficace, o l'eco lontana di una filantropia senza radici. In questo affondo mi lascio guidare dal detto di don Bosco, che ben aveva intuito il nesso tra dono di sé e gioia vera: Laetare et bene facere, "gioire e fare del bene".
Questa la mia preghiera:

In Cristo, o Signore, ci hai dato la forza di amare senza misura, rompendo gli argini del nostro piccolo cuore. Fa' che in Lui la nostra vita diventi sempre più dono gratuito zampillante di gioia, anche quando non è facile stendere le braccia sulla croce e dare la vita per chi ti percuote con non amore, ti rigetta con il dissenso o ti trafigge con l'indifferenza.

La voce di un uomo spirituale del nostro tempo
Si possiede veramente solo ciò che si è capaci di donare. Altrimenti non si possiede, si è posseduti.
Abbè Pierre