Omelia (02-01-2015) |
Paolo Curtaz |
Ecco Dio, è così, si mostra, è accessibile, incontrabile, evidente. Eccolo, non è come ce lo immaginavamo, non ha un volto corrucciato e severo, non uno sguardo giudicante ed imperioso, ha i tratti colmi di tenerezza di un neonato che cerca il seno della madre, la disarmante fisionomia di un cucciolo d'uomo. Chi è Dio? Un fragile neonato consegnato alle nostre mani. E la liturgia, oggi, indicandoci la figura del Battista, ci invita a compiere un altro passo: e chi sono io? Se questo è il volto di Dio, qual è il mio volto? Quello autentico, al di là dell'apparenza? Giovanni il battezzatore non ha dubbi, non si prende per Dio, per il messia, anche se potrebbe, anche se la folla pensa che sia lui. È autentico e umile, ha imparato, nel deserto, a misurare i propri limiti e i propri doni. Chi sono io? Molti pensano che la fede sia alienante, che allontani dalla vera umanità. Non è così: solo il mio vero "io" conosce il vero Dio. Mettendoci alla sequela di Gesù, uomo perfetto, anche noi cresciamo in umanità. Solo in Dio divento capace di scoprire chi sono veramente, riflettendomi nel suo sguardo di misericordia. |