Omelia (21-01-2015)
Paolo Curtaz


I farisei e gli scribi hanno lungamente scrutato il comportamento di Gesù. Le domande che gli hanno posto hanno ricevuto puntuale risposta nei gesti liberi e liberanti del Maestro. Ma il dramma già si delinea: il modo di interpretare la Legge da parte di Gesù è troppo destabilizzante per poter essere accettato. La goccia che fa traboccare il vaso è la guarigione dell'uomo dalla mano paralizzata in giorno di sabato: come è possibile accettare tale violazione della norma? Lo scontro è evidente: i farisei mettono la Legge al centro della propria fede, Gesù, invece, mette al centro, anche fisicamente, l'uomo. I farisei non accettano di mettersi in discussione, la loro prospettiva è piccina e irrigidita, non capiscono il senso profondo dei gesti di Gesù che non è un adolescente anarchico ma che vuole riportare alle sorgenti, alle origini le norme che Dio ha donato per la libertà, non certo per l'oppressione. L'errore dei devoti è macroscopico: preferiscono la sofferenza di un uomo alla trasgressione di una Legge divina. Il Dio di Gesù, invece, è colui che mette sempre al centro l'uomo e la sua felicità.