Omelia (29-01-2015)
Paolo Curtaz


La Parola che accogliamo e che porta frutto in noi, che germoglia quando meno ce lo aspettiamo, che porta frutto per coloro che ci stanno accanto è da condividere. Se la fede, in qualche modo, ha acceso in noi una speranza, un modo nuovo di vedere le cose, allora la nostra vita cambia e chi ci sta accanto si accorge che qualcosa, in noi, è cambiato. Senza diventare degli arroganti, senza imitare la logica aggressiva di questo mondo, siamo chiamati a lasciar brillare la luce della fede nella nostra vita, a porla in alto nelle nostre scelte. A volte rischiamo di temere il giudizio del mondo, non va certo di moda, oggi, dirsi cattolici!, e la fede si nasconde nelle sacrestie invece di brillare nelle strade e nelle scelte quotidiane! Ciò che dobbiamo fare è lasciar brillare in noi la luce della misericordia e della compassione, quella misura traboccante con cui giudichiamo gli altri con onestà (non si tratta certo di chiudere gli occhi davanti alle brutture delle persone!) ma vedendovi, anche, la possibilità di cambiare, di convertire il nostro cuore. E sappiamo tutti di quanta benevolenza e positività necessita il nostro mondo affaticato e cupo!