Omelia (30-01-2015)
Paolo Curtaz


Ma il seme della Parola che porta frutto, la luce della fede che si vede da lontano, quel cambiamento della nostra vita che ci spinge a diventare compassionevoli e misericordiosi, non è frutto del nostro sforzo, non è nostro merito. Inutile farsi prendere da vani scrupoli e sensi di colpa, cosa in cui noi cattolici siamo particolarmente abili ma, piuttosto, di entrare nella fiduciosa logica del contadino il quale, una volta dissodato il terreno e seminato, non va certo tutti i giorni a vedere di quanti millimetri cresce la pianta! Il bene che facciamo tutti i giorni, i semi di vangelo che seminiamo e che germogliano in noi, cresce anche quando non ci siamo ed è bello amare e vivere l'ideale del Regno senza dover necessariamente valutare i risultati del nostro sforzo! È una piccola cosa, il Regno, come il granello di senapa che, però, porta frutto quando meno ce lo aspettiamo e anche le piccole cose, all'apparenza insignificanti, diventano un grande arbusto che resiste alla siccità e al vento e alla cui ombra possiamo rifugiarci, come fanno gli uccelli del cielo citati dal Maestro Gesù. Che bello!