Omelia (06-02-2015)
Paolo Curtaz


Marco dice che Erode ascoltava volentieri il Battista, pur restando perplesso. E si capisce: Giovanni non aveva peli sulla lingua ed accusava pubblicamente il re di avere preso come concubina la moglie di suo fratello, nonché sua nipote. Un mélange affettivo degno delle nostre moderne riviste di gossip! Lo ascolta volentieri, in parte lo teme e lo rispetta ma, alla fine, lo fa decapitare per non sfigurare davanti ai suoi invitati... L'astuzia della sua compagna, mortalmente arrabbiata verso quel profeta che non la rispetta e la svergogna pubblicamente, fa cadere Erode nella più banale delle trappole, facendo leva sulla sua debolezza più evidente: la lussuria. Il desiderio e la passione che la danza della figlia di Erodiade hanno fatto divampare in lui gli fanno promettere cose di cui si pentirà. Eppure, alla resa dei conti, non esita a far giustiziare il Battista. Possiamo ascoltare volentieri chi ci parla di Dio e rispettarlo, avvicinarci alla fede in maniera nuova, ma fino a quanto l'ascolto non diventa conversione, non cambia le nostre scelte e le nostre decisioni, è solo un inutile atteggiamento autoreferenziale.