Omelia (12-02-2015) |
Paolo Curtaz |
Marco sottolinea l'origine pagana della donna che chiede un miracolo per la propria figlia. Una richiesta umanissima e densa di materna preoccupazione. La risposta di Gesù ci lascia sbigottiti: con una durezza che non ci aspetteremmo dal Signore, senza giri di parole, le dice che la sua richiesta è inopportuna e che non è bene dare ai cani il pane dei figli. Io, al posto della donna, me ne sarei andato pieno di stizza verso questo galileo fanfarone e arrogante. La donna no, riflette sulle sue parole così taglienti e replica a tono. Quante volte anche noi ci avviciniamo a Dio solo in caso di necessità. La nostra vita scorre lontano dal Signore ma, appena si prospetta qualcosa di difficile o una malattia, ecco che si riaccende la nostra devozione. E Gesù, giustamente, non ci rivolge nemmeno la parola... Corriamo il rischio, purtroppo, di ricordarci del Signore solo quando ne abbiamo bisogno, comportandoci come dei cani che anelano al cibo dei figli. Convertiamo il nostro cuore, mettiamo Dio al centro della nostra giornata, sediamoci alla mensa dei figli, là dove Dio ci chiede di stare! |