Omelia (25-02-2015)
Paolo Curtaz


Gesù è deluso dall'atteggiamento dei suoi famigliari e dei suoi correligionari: un muro di diffidenza si sta alzando intorno a lui, il falegname che si è fatto profeta suscitando più di un imbarazzo e molto scetticismo. Il Maestro non viene riconosciuto come profeta, non viene accolto e ascoltato. Paradossalmente sono proprio i lontani, i pagani, i pubblici peccatori, ad accogliere con entusiasmo la sua Parola. Così come era successo, nei racconti dell'Antico Testamento, agli abitanti di Ninive dopo la predicazione di Giona, il pavido profeta obbligato ad annunciare. Così come aveva fatto la regina di Saba, attirata dalla fama della saggezza del re Salomone. Stiamo attenti anche noi, discepoli di lungo corso, a non abituarci alla profezia, a innalzare steccati pregiudiziali che ci impediscono di ascoltare chi predica qualcosa di nuovo o chi ci invita alla conversione. Siamo pieni di resistenze, di giustificazioni, di attendismi perché, in fondo, ci sentiamo se non migliori, almeno non peggiori di molti che nemmeno si rivolgono a Dio. Non sediamoci sulla salvezza: ben più di Giona abbiamo qui, il Signore Gesù!