Omelia (23-03-2015) |
Paolo Curtaz |
È una peccatrice, solo una donna colta in flagrante adulterio. E dell'amante, ovviamente, non c'è traccia. Né della ragione per cui è giunta a quel gesto così radicale e così pericoloso, in quella cultura così radicalmente maschilista. Non importa la sua coscienza, men che meno la sua anima. È l'occasione per mettere in imbarazzo il Nazareno dalle larghe vedute, dalla larga manica. Può forse esplicitamente trasgredire la Legge? Obbligare a farlo? Ignorare le precise prescrizioni riguardanti donne come quella, inesorabilmente condannata alla lapidazione per custodire il sommo valore della famiglia e, ma non si dice, del dominio maschile? No, certo. Ma, allora, se non sovvertirà le indicazioni di Mosè se, a malincuore, la farà uccidere, cosa ne sarà della compassione? La trappola è tesa e infida, non c'è che dire. E Gesù, sconsolato, non li guarda nemmeno, scrive qualcosa sul duro selciato del tempio: come è stata ridotta la Legge scritta col dito di Dio sulla pietra!... E parla, dice, afferma: certo, è una peccatrice, come tutti, e allora? Gesù chiede la verità in chi giudica, e la compassione. Viviamo questa giornata nella verità e nella compassione... |