Omelia (25-03-2015)
Paolo Curtaz


In pieno percorso di Quaresima apriamo una luminosa parentesi sull'annunciazione a nove mesi esatti dal Natale. Da quel "sì" rivolto a Dio è derivato il cammino di salvezza che stiamo percorrendo.
Ave Maria, rallegrati Maria, dice il principe degli angeli all'acerba adolescente di Nazareth. Sì, Maria, hai di chi rallegrarti, hai di che gioire. Gioisci perché Dio interviene, perché entra nella Storia, perché non manderà più nessun profeta a parlare in sua vece ma lui, di persona, verrà a raccontarsi in Gesù. Rallegrati, Maria, perché Dio non ha scelto una delle ricche matrone di Roma, o la moglie di un filosofo greco, e non ha nemmeno scelto la moglie di un famoso rabbino di Gerusalemme. Rallegrati perché ha volto lo sguardo sul piccolo villaggio di Nazareth, poche case addossate alle grotte, fuori dalla strada principale. Rallegrati perché la storia viene cambiata: non sono più i potenti i protagonisti, né gli eroi o i buoni, ma i piccoli, i dimenticati. E Dio parte dalla periferia dell'Impero e di Israele e della Storia per rendersi presente. Rallegrati, Maria, perché ora la tua vita diventa la culla di Dio, la tua vita diventa la porta d'ingresso per l'infinito nel mondo. E rallegriamoci anche noi, oggi, per questa nostra sorella, la prima fra i credenti, la madre di ogni discepolo.