Omelia (31-03-2015) |
Paolo Curtaz |
Gesù celebra quell'ultima cena come gesto definitivo della sua predicazione, anticipo del dono di sé che si compirà sulla croce, fra poche ore. Gesù sta per salvare ogni uomo, iniziando da Giuda, l'apostolo che scivola inesorabilmente nelle tenebre. Chissà cosa voleva fare Giuda? Qual era il suo progetto? Forse si era reso conto del fallimento della missione di Gesù e voleva goffamente organizzare un incontro col Sinedrio, forzando la mano a Gesù. Insoddisfatto della piega che avevano preso gli eventi, Giuda pensa di manipolare Dio. Gesù condivide il suo pane con lui ma quel gesto viene visto come una provocazione. È notte nel cuore di Giuda. In quel momento Gesù afferma di essere stato glorificato. Ma come? È tradito e dice di essere glorificato? Sì. Giuda è perso, è vero, ma il Signore non è venuto forse per chi è perduto? Davanti al tradimento del discepolo, Gesù potrà svelare la serietà del suo amore. E deve salvare anche Pietro dalla sua supponenza, dal suo modo ingenuo e pericoloso di valutare se stesso. Così inizia il definitivo dono di Dio per ciascuno di noi. |