Omelia (09-04-2015) |
Paolo Curtaz |
I discepoli di Emmaus tornano a Gerusalemme pieni di gioia e raccontano agli apostoli sbalorditi ciò che è loro capitato. E mentre raccontano ecco che Gesù risorto in persona appare. Anche a noi oggi succede così: quando con passione raccontiamo la nostra esperienza di Gesù risorto, egli appare nei cuori delle persone che ci ascoltano. Così, lungo i secoli, si è trasmessa la fede cristiana: da bocca a orecchio, raccontando l'incontro col Signore nella nostra vita. No, non è un fantasma, mangia e beve con noi. Gesù non è un'idea del passato, un ideale da seguire, ma una persona che fisicamente, nell'anima, possiamo incontrare, di cui possiamo fare esperienza reale. Dicevamo che gli evangelisti affermano che solo attraverso dei segni possiamo riconoscere Gesù. In questo caso due sono i segni che permettono agli apostoli di accorgersi della sua presenza: il racconto entusiasta dei viandanti e la Scrittura letta con intelligenza, cioè alla luce dello Spirito Santo che la ispira. Dedichiamoci con passione all'ascolto dei testimoni del risorto e allo studio e alla meditazione della Parola che rende vivo in noi il maestro Gesù. |