Omelia (16-04-2015)
Paolo Curtaz


Povero Nicodemo! Ha creduto e studiato tutta la vita, è diventato un punto di riferimento per i rabbini del suo tempo eppure scopre di non sapere nulla. Nulla di Dio, nulla di sé, nulla della fede, nulla della vita. Ma, e questo è encomiabile, non si arrende. Anche se di notte, trova il coraggio di confrontarsi con Gesù e riceve mille stimoli. Sì, ha visto giusto, si tratta di rinascere dall'alto, di entrare nella logica di Dio, di fare della propria vita un dono, come Dio che ha donato il suo figlio per la salvezza dell'umanità. Ora Nicodemo è confuso, turbato, sente la verità e la forza delle parole di quel misterioso personaggio. Come fare, concretamente? Gesù risponde: ciò che può fare è credere in Gesù. Credere che egli è l'inviato di Dio, credere che è figlio del Padre in maniera assolutamente unica e straordinaria. E credere lo farà partecipare alla vita dell'Eterno, cioè alla vita eterna, che non è una cosa che ci succede quando siamo morti, ma una dimensione in cui scopriamo di essere inseriti da sempre. Questo nostro splendido tempo pasquale ci aiuti a non arrenderci mai, a non scoraggiarci, a lottare come ha saputo fare quell'anziano curioso e irrequieto che è Nicodemo.